La qualità dell’aria indoor. Cosa respiriamo nelle nostre case, nelle nostre scuole e nei nostri uffici o in palestra??

Diversi studi hanno evidenziato come l’aria che respiriamo nelle nostre case, uffici, scuole, banche, ospedali, ecc., sia spesso più inquinata (almeno per una serie di agenti chimici) rispetto a quella respiriamo all’aperto.

Una situazione di cui l’opinione pubblica nel nostro paese, per molto tempo, ha ignorato la portata, continuando a dare per scontato che la qualità dell’aria indoor dovesse essere migliore rispetto a quanto respiriamo all’esterno.

Ad influire sulla qualità dell’aria indoor sono svariati fattori: dalle caratteristiche costruttive delle nostre case o dei nostri ambienti di lavoro o svago (quali per esempio pitture, vernici, adesivi, sigillanti, stucchi, schiume, lacche, primer, impermeabilizzanti, ecc.) alla cessione dai materiali di arredo, al cattivo utilizzo che si fa dei prodotti per la pulizia, al cattivo o errato utilizzo degli strumenti per l’efficientamento energetico, alle sorgenti legate alle attività svolte dalle persone, alla presenza di deodoranti per ambienti – air fresheners inclusi i bastoncini d’incenso (quelli prodotti utilizzando materie prime di scarsa qualità), le candele profumate, i diffusori liquidi ed elettrici, ecc.).

Solo recentemente si sono osservati dei veri e propri cambiamenti sul tema della qualità dell’aria indoor, in gran parte dovuti alle azioni sensibilizzazione e di prevenzione. Il gran salto di qualità c’è stato alla fine del 2010 con la pubblicazione per la prima volta da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), delle linee guida per la qualità dell’aria indoor per il benzene, biossido di azoto, idrocarburi policiclici aromatici (soprattutto benzo[a]pirene), naftalene, monossido di carbonio, radon, tricloroetilene e tetracloroetilene.

il Piano di Prevenzione 2014-2018 del Ministero della Salute, sottoscritto dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni, e le provincie Autonome, pone grande attenzione al tema della qualità dell’aria indoor.

Gaetano Settimo PhD Reparto Igiene dell'Aria Coordinatore Gruppo di Studio Nazionale (GdS) Inquinamento Indoor Dipartimento di Ambiente e Salute Istituto Superiore di Sanità

Nel contesto europeo, l’attività dell’OMS ha sollecitato diversi Paesi che hanno inserito dei veri e propri piani nazionali sull’inquinamento indoor ed inserito nelle loro legislazioni valori guida/riferimento limitatamente a formaldeide, benzene, monossido di carbonio, anidride carbonica, biossido di azoto, tricloroetilene, tetracloroetilene, PM10, PM2,5.

Ma qualcosa si sta muovendo anche nel nostro paese: il Piano di Prevenzione 2014-2018 del Ministero della Salute, sottoscritto dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni, e le provincie Autonome, pone grande attenzione al tema della qualità dell’aria indoor. Resta forte nel nostro paese, l’esigenza di operare un rinnovamento con l’elaborazione di una legislazione specifica in materia d’inquinamento indoor, che recepisca le proposte già elaborate dal OMS, come avvenuto in molti altri paesi europei.

Da qui l’impegno dei tecnici della prevenzione per cambiare l’approccio quando si affronta il tema dell’inquinamento indoor: bisogna passare dalla vecchia valutazione della qualità dell’aria basata essenzialmente sulle metodologie applicate in ambito di igiene industriale ad una più mirata visione che tenga conto delle specificità degli ambienti indoor così come l’utilizzo che se ne fanno le persone quotidianamente.

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